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Irma Testa, la farfalla del ring

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view post Posted on 21/4/2016, 14:44     +1   -1
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Fonte: napoli.com


Irma Testa, la farfalla del ring
di Adriano Cisternino

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Donna è bello, anche sul ring.
Parola di Irma Testa, 18enne di Torre Annunziata, prima pugile italiana della storia a salire sul ring delle olimpiadi.

Diritto appena conquistato accedendo alla finale del torneo di qualificazione europeo di Samsun, in Turchia, dove naturalmente si sono viste cose turche e ne hanno pagato le spese altri pugili nostrani come la salernitana Marzia Davide, i marcianisani Domenico Valentino e Vincenzo Mangiacapre.

Tartassata anche la stessa Testa che, in finale contro l'azera Alexeevna, si è vista sconfitta per 2-1 con due cartellini di parità ed un terzo (giudice algerina) addirittura con due punti per l'azera.

Ma ci sarà tempo per recriminare e magari meditare rivincite. Ora dobbiamo celebrare questa ragazzina appena maggiorenne, centosettantacinque centimetri per 57 chili, fisico da indossatrice, ma lei ha scelto il ring per esaltare la sua femminilità.

“Il ring ti fa bella” è il suo grido e spiega che le donne sono più adatte alla boxe perché sanno sopportare il dolore meglio degli uomini, a dispetto di chi sostiene che la boxe non è sport per signorine e ve ne sono ancora parecchi, anche nella stessa cerchia dei pugili e addetti ai lavori, sempre più smentiti dai fatti.

Si diceva (si dice) la stessa cosa anche del calcio e di altri sport. Celeberrima la battuta attribuita a Bandy Zolyomy, grande tecnico ungherese che portò la pallanuoto napoletana ai primi scudetti e poi quella italiana all'oro olimpico di Roma '60: “La differenza fra la pallanuoto maschile e quella femminile? Semplice, la pallanuoto”.

Altri tempi, ovviamente. Ora siamo negli anni 2000 e la nostra Irma non a caso porta su un braccio il tatuaggio di una farfalla, chiaro riferimento al grande Mohammad Alì: svolazzo come una farfalla e pungo come un'ape.

E Irma sul ring svolazza e punge come Alì e fuori del ring ha come riferimento Frida Kahlo, una che di battaglie ne ha fatte nella sua vita.

Lei, piccola donna di Torre Annunziata, capitò in palestra per caso quando aveva 12 anni e accompagnò la sorella maggiore Lucia e incontrò il maestro Lucio Zurlo, uno che attraverso occhiali a fondi di bottiglia da oltre mezzo secolo scruta e scova campioni alle falde del Vesuvio.

E alle olimpiadi ha già spedito due ragazzi, Ernesto Bergamasco a Monaco '72 e Pietro Aurino ad Atlanta '96. Ed ora è il primo maestro italiano che manda una ragazza alle olimpiadi rosa del ring e non è un caso, perché il vecchio Lucio (78 anni) che ogni anno dice di volersi ritirare in pensione e poi non riesce a staccarsi dal ring, è stato tra i primi in Italia ad infilare i guantoni anche alle donne.

Lo testimonia Mina Morano, campionessa italiana già nel 2006. Lucio vide subito lontano in quella ragazza che solo oggi veste le insegne delle Fiamme Oro perché ha dovuto attendere il compimento del diciottesimo anno, ma ha già una bacheca ricca di trofei nazionali ed internazionali: iridata juniores (16 anni) tre anni fa e iridata youth (18) nel 2015, ha già assaggiato una certa atmosfera olimpica due estati fa alle olimpiadi giovanili dove ottenne l'argento.

Ed ora eccola a Rio, in compagnia di Clemente Russo, casertano di Marcianise, che è alla sua quarta olimpiade, e di Valentino Manfredonia che in Brasile ci è nato ma è napoletano d'adozione, cresciuto in una famiglia di Pianura e allevato pugilisticamente da Guido De Novellis nella palestra di Rione Traiano.

La Federboxe ha appena celebrato i suoi primi cento anni ma Napoli e la Campania hanno già cominciato a scrivere la storia del prossimi cent'anni: Clemente Russo, quattro olimpiadi. Nessuno prima di lui. E Irma Testa prima donna italiana sul ring olimpico. Nessuna prima di lei.



18/4/2016
 
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