Semi al vento - Forum di incontro e discussione

Ciao Regina Bianchi...

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filu'
view post Posted on 5/4/2013, 23:04     +1   -1




Teatro in lutto per la morte dell’attrice che diventò famosa
nei panni di Filumena Marturano


Gesti minimi e sguardo fermo, il volto ad esprimere un mondo, spesso una sofferenza: Regina Bianchi, morta oggi a Roma all’età di 92 anni, ha calcato le scene dello spettacolo sin dalla nascita e la sua vita artistica e personale sono andate in simbiosi come raramente accade. Figlia d’arte di genitori di origine francese, è stata una delle più apprezzate attrici del teatro napoletano, spesso proprio il simbolo al femminile del teatro di Viviani e di De Filippo. Indimenticabile Filumena Marturano, con la regia di Eduardo, Regina Bianchi è stata in scena e al cinema la madre per eccellenza: tutti suoi registi l’hanno vista così, inclusi Zeffirelli per il quale al cinema è stata Maria la madre di Gesù e Nanni Loy per il quale è stata la gigantesca protagonista delle Quattro giornate di Napoli, in cui è la Concetta migrante fra le macerie della città bombardata, ruolo per il quale riceverà il Nastro d’argento.



Nata a Lecce il primo gennaio 1921, fece la sua prima comparsa in scena a pochi giorni: come racconta lei stessa nella biografia autorizzata Vita di Regina (scritta da Maricla Boggio per Rai Eri), uscita poche settimane fa, serviva un neonato in scena in braccio alla protagonista in una certa commedia. Lei stava in una cesta dietro le quinte e tra una poppata e l’altra la madre, attrice pure lei, la portava in palcoscenico. Del resto in tutti quegli anni la gente di teatro, la fatale Duse a parte, conviveva tutta insieme davanti e dietro le quinte.



Per 14 anni si ritirò dalle scene per dedicarsi alle due figlie avute da Goffredo Alessandrini: il teatro alle soglie degli anni ’40 non era più quello della sua adolescenza, stava diventando una professione e lei in quel tempo vi rinunciò. Questa scelta, racconta lei stessa, ha inciso sulle sue interpretazioni future: dopo l’esilio volontario rientrò in teatro interpretando figure simboliche di madri. Eduardo la vuole come Filumena Marturano dal ’59 al ’67 nel ruolo che prima d’ora era stato esclusivamente della sorella Titina e lei non lo deluse.



In quegli stessi anni fu Filumena anche per il teatro in tv di Eduardo e poi negli anni a seguire in altri lavori, tra cui un Berretto a sonagli, Sabato, domenica e lunedì, Napoli milionaria! e Questi fantasmi. Per l’aspetto fiero, solenne spesso le sono state affidate parti di vecchia anche da ragazza, racconta lei stessa.



Legata in particolare al teatro napoletano, Regina Bianchi ha lavorato anche in grandi compagnie per spettacoli in lingua con registi che vanno da Ronconi a Zeffirelli, da Squarzina a Mariano Rigillo. La qualità intensa e vera del suo recitare è stata spesso utilizzata anche dal cinema: tra i film che ha interpretato, Il giudizio universale (1961) di Vittorio De Sica, Kaos (1984) di Paolo e Vittorio Taviani e Il giudice ragazzino (1994) di Alessandro Di Robilant. Nella sua carriera anche serie tv come I grandi camaleonti di Edmo Fenoglio (1964). Nel 1996, per meriti artistici, è stata insignita del titolo di Grande Ufficiale della Repubblica.

Accettò poco tempo fa di raccontare le sue memorie per dare testimonianza del teatro come era, non un racconto `museale´ del passato, né rimpianto o vanteria di successi, ma sviluppo di come è mutato proprio quel mondo con il mutare della società.

La Stampa.it 05/04/2013



http://video.repubblica.it/edizione/napoli...o/124537/123025



Ciao Regina Bianchi…o Filumena, perché non c’è differenza


Eduardo scrisse "Filumena Marturano" per sua sorella, Titina, nel 1946. Quindici anni dopo, un'attrice di Lecce raccolse con orgoglio e successo la pesante eredità, diventando l'inconsapevole ispirazione per le attrici future.



Eduardo De Filippo scrisse Filumena Marturano per sua sorella, Titina. Per ritagliare ad una donna, per la prima volta nella sua drammaturgia, un ruolo da protagonista. E che donna, il personaggio di Filumena. La commedia fu scritta nel 1946, messa in scena due anni più tardi e nel 1951 diventò un film. C’era sempre Titina nel ruolo di Filumena. Magnifica. Chissà se però, quando undici anni dopo Eduardo ripropose un adattamento televisivo dell’opera, nel vedere il volto fiero di Regina Bianchi, quella sua voce cantilenante, quella determinazione negli occhi, i movimenti serrati delle braccia, non si sia chiesto che, forse, in quel momento la sua Filumena stesse rivivendo di nuovo, in un altro corpo. Che attrice meravigliosa, Regina Bianchi, al secolo Regina D’Antigny. Consapevole dell’importanza di quel ruolo, orgogliosa per la fiducia che gli rivolse Eduardo, dopo la registrazione per intero del primo atto (altro che montaggio) l’attrice svenne tra le braccia di un giovane Andrea Camilleri, amico e collega del Maestro, che era lì come ospite.

E adesso si accendano i fari da mille.
La carriera di Regina Bianchi è stata maiuscola, lanciata a teatro da Raffaele Viviani (un teatro totalmente opposto a quello eduardiano), al cinema era ne Il giudizio universale di Vittorio De Sica, per Eduardo interpretò ancora in tv Sabato, domenica e lunedì, Napoli milionaria! e Questi fantasmi, restando di fatto, nell’immaginario collettivo, con Titina e Pupella Maggio, tra le migliori partner femminili del drammaturgo partenopeo. Nel 1962 vinse anche un Nastro d’argento per Le quattro giornate di Napoli di Nanni Loy, nel 1977 è in Gesù di Nazareth di Franco Zeffirelli. Poi la carriera prese una piega poco capita dalla critica cinematografica, a cavallo tra i ’70 e gli ’80, erano gli anni delle sceneggiate napoletane al cinema. Iniziò il sodalizio con un altro pezzo della storia di Napoli, distante anni luce dalla borghesia eduardiana: le pellicole con Mario Merola, sei in tutto, dove interpreta sempre il ruolo della madre premurosa e sofferente. La critica stroncherà quei film e quella coppia che, però, al cinema popolare piace. Regina va avanti, il tempo intanto passa. Gli anni Novanta vedono per lei piccoli ruoli, e i riflettori su di lei si spensero progressivamente. C’è voluto un altro Eduardo come Tartaglia per rivederla in piccoli ruoli, ma godibili, per la gioia degli amanti del teatro: Il mare non c’è paragone (2001) e Ci sta un francese, un inglese e un napoletano (2008) sono gli ultimi film. La speranza (e il rimpianto) è che, con la sua scomparsa, come di consueto, il grande pubblico riscopra questa Anna Magnani del sud dell’Italia. Questa grande donna che, venuta da Lecce, sconvolse le carte del teatro napoletano, diventando inconsapevolmente un modello d’ispirazione per le generazioni d’attrici future.

Ciao Filumè, non ti dispiace se ti chiamo così, vero?

http://cinema.fanpage.it/ciao-regina-bianc...c-e-differenza/

«Io non so recitare, so vivere»
Le sue ultime parole


Napoli le aveva preparato una festa al Mercadante a marzo
E lei, immobilizzata, disse: «Sono una detenuta in attesa
di giudizio, aspetto che il Padreterno mi chiami»


«Sono un detenuto in attesa di giudizio, aspetto che il Padreterno mi chiami. Sto su una sedia a rotelle, perciò non posso essere a Napoli lunedì. Mi dispiace, perché mi manca tanto». Aspettavano Regina Bianchi a Napoli, il 18 marzo, appena ieri. C'era una festa per abbracciare lei che tagliava il traguardo dei 92 anni. E' stato una sorta di tributo ed è diventato l'ultimo abbraccio alla grande Reginella che a Napoli non era nata ma era l'anima di Napoli.

Le arrivavano continui segnali d'amore nella sua casa di Roma, vicino a piazza Vescovio. L'amministrazione le aveva dedicato e onsegnato un'onoreficenza per il suo compleanno numero 92.

Nei primi anni assieme ai genitori in compagnia con Vincenzo Scarpetta, poi con Viviani, Eduardo la scelse per far vivere la sua «Filumena Marturano» oltre la sorella Titina.

«”Tu sei impazzito!”. Così risposi a Eduardo quando mi affidò il ruolo» ricordava Regina parlando con Luciano Giannini de Il Mattino. Episodi preziosi e divertenti.

E Eduardo: «È possibile ch’aggia tene’ ’sta cummedia ’int’’o cassetto pecchè l’ha già fatta Titina?». E lei stessa, con cui non avevo un buon rapporto...». E perché? «Io ero alta, bella, lei un po’ piccoletta. Una sera mi vide con le scarpe alte e mi disse: ”Vuje site ’sta maronna longa e ve mettite pure ’e zeppe...”.

Insomma, la stessa Titina mi scrisse una lettera meravigliosa: ”Carissima Regina… non c’è niente che non si possa fare con lo studio e la volontà. Voi andrete benissimo...”. E accettai. Filumena è madre, e io l’ho interpretata con il cuore perché ero già madre anch’io e vivevo nella mia carne la sua maternità. Eduardo mi lasciò mano libera. Aveva capito tutto, come sempre».


E la Filumena di Titina? La vide? «Certo. Titina era una grande attrice, io non so recitare. Io so vivere». Più aspra, dura è stata la Filumena di Isa Danieli, nel 2000: «Con la regista Cristina Pezzoli ho tentato di farla come Eduardo l’aveva scritta. Dunque, innanzitutto in un napoletano stretto, che non ci siamo mai preoccupati di italianizzare. L’ho recitata così anche a Parigi e mi hanno capita tutti. Filumena è una prostituta senza cultura, venuta dalla strada, non sa neppure leggere, come potrebbe parlare in italiano? E come potrebbe sciogliere il suo cuore gonfio di rabbia per tutto il dolore che ha provato? Anche il suo pianto, nel finale, con noi divenne un urlo straziato, come quello di chi non piange da 40 anni».

http://www.ilmattino.it/primopiano/cronaca...ie/263235.shtml
 
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view post Posted on 26/4/2013, 10:11     +1   -1
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Bellissimi questi commenti che hai raccolto sulla grande Regina Bianchi. Per me, era una "grandissima" del teatro , l'ho sempre apprezzata nelle commedie di Eduardo e non solo ...
Attrice con la A maiuscola che difficilmente avrà un erede.
 
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geipukka
view post Posted on 20/5/2013, 19:33     +1   -1




Un piccolo commento a un post di cui mi accorgo solo adesso...
Vidi pochi mesi fa su RaiPremium un'intervista a Regina Bianchi, austera e bellissima nella vecchiezza della sua chioma argentea, in cui parlava di quel ruolo "rubato" suo malgrado a Titina, nell'immaginario comune.
Disse che il tributo più grande, il più gradito, dei molti pervenuteli dopo l'interpretazione di Filumena, fu proprio quello della signora De Filippo: un biglietto autografo su carta color crema, scritto di suo pugno:
- Siete stata brava, complimenti davvero -
E lo disse con le lacrime agli occhi, ancora emozionata e felice per quel biglietto che mostrò, come una reliquia, al cameraman.

Grande Regina :)
 
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2 replies since 5/4/2013, 23:04   97 views
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